sabato 23 gennaio 2016

Tata e Vieri alle Seychelles

Filosofie a confronto

Scritto da Roberto - Milano 20 gennaio 2016

Tata e Vieri alle Seychell


Il viaggio aereo è per tutti un incubo. Code, controlli, ritardi. Al passaggio del metaldetector sei obbligato a togliere la cintura, le scarpe, gli occhiali; poche monete in tasca, la cerniera dei pantaloni, l'orologio o un coltellino ti possono fregare.
Salire in un aereo con 360 e più passeggeri è una fatica improba. Finalmente sei seduto, stretto con le gambe bloccate e per 10 ore cerchi di sopravvivere, mangi porcherie; l'unica cosa sopportabile è il caffè americano con i biscotti.
Vieri guarda un vecchio film; è la decima volta che lo vede dopo aver armeggiato mezz'ora per impostare la scelta del titolo e della lingua. Si toglie  le scarpe. Il volo è di notte ma non riesce a dormire. Il tempo non passa mai. Fuori non vedi niente. Comincia  a chiedersi chi glielo  ha fatto fare. All'arrivo il caos è dieci volte quello di un aereoporto italiano. Code chilometriche, funzionari lentissimi, controlli continui: passaporto, visto di ingresso, valuta, ancora metaldetector.
Passa una ora abbondante prima di arrivare al ritiro del bagaglio. Qui comincia l'angoscia. Le tue valige non arrivano mai. Ti vengono tremila dubbi: è la rampa giusta? Le hanno fregate? Sono andate disperse? Non puoi parlare con nessuno. Qui tutti parlano inglese. Finalmente per miracolo, le vedi arrivano! Nuovi controlli, nuovo metaldetector, nuove code ora con le valige al seguito.
Finalmente fuori! Sei subito aggredito da una molteplice folla di uomini neri che ti offrono di tutto (lo immagini perchè parlano solo inglese): camere in Hotel, mezzi di trasporto, sigarette, valuta locale e ovviamente altro. Non te ne puoi liberare perchè sei solo, non appartieni a un gruppo e ti rendi conto che sei aggredibile. Nessuno ti puo aiutare.
Inoltre ti cominciano a venire in mente necessità particolari. Occorre avere valuta locale? Forse sì perchè con macchina in affitto ci sono da pagare tickets di parcheggio. Percorsi autostradali oltre alle spese comuni in negozi locali. Quindi si cambiano soldi. Il problema della lingua qui non dovrebbe esistere. Dai due tagli da 50Eu e ricevi di ritorno un pacco di soldi locali. Sarà giusto? Mi hanno fregato? Per mia esperienza i cambiavalute aereoportuali ci provano quasi sempre. Nei paesi più a rischio hanno telecamere di controllo in funzione continua.
Sono già passate due ore dall'atterraggio. Ora si deve prendere la macchina a noleggio. Dove è l'ufficio? L'aeroporto è enorme. Ci vuole mezzora e perlomeno 3 km a piedi con le valige per trovare il posto giusto. Ma ci sono altri clienti. Una altra mezzora se ne va. Nonostante la prenotazione già effettuata ti trovi davanti un funzionario che parla solo inglese. C'è da compilare documenti accettare clausole. Tu firmi tutto perchè tanto non hai capito niente. Cerchi di sapere dove è la macchina, come fai a restituirla cerchi di informarti sugli orari, sugli obblighi di resa. Si suppone, ma non è sicuro, di aver capito tutto. Non ne puoi più. Prendi le chiavi e con le valige in mano ti incammini verso la macchina che è perlomeno a 500 mt dall'uscita dell'aeroporto. Nel frattempo sei sempre tampinato << da neri che ti offrono aiuti interessati. Non capiscono che non li capisci. Devi controllare che la macchina non abbia ammaccature. Se malauguratamente ci sono devi fotografarle e ritornare all'ufficio per segnalarle. Altri km e ore perse.
Quelli che hanno prenotato il viaggio organizzato invece trovano all'uscita subito il contatto giusto. Uomini neri ma servizievoli li aiutano, gli portano la valigia fino al pullman appena fuori dall'aeroporto. Sali, ti rilassi, guardi il paesaggio. In mezzora sei al Resort; ti scaricano le valige; sei nella Hall dove ti offrono subito un aperitivo fresco di benvenuto e le chiavi della stanza che è bellissima. Tutto in ordine; televisione con i programmi italiani, aria condizionata, bagno pulito, zanzariera, frigobar pieno e il letto con gli asciugamani piegati a mo di cigno. Il tempo di cambiarti perchè fa un gran caldo e scendi al ristorant per la colazione. C'è ogni ben di Dio: caffè, latte, pane tostato, burro, marmellate, frutti di ogni tipo, bevande, croissant e una gran varietà di cibi caldi che a noi non interessano. Poi esci e sei già sulla spiaggia. Scegli a 50 mt un ombrellone con i due lettini attrezzati con morbidi materassi bianchi ti distendi e finalmente ti fumi una sigaretta. Il portacenere è sul tavolino. Intorno il paradiso! Palme, piscine con vari tipi di idromassaggio, ponticelli, vari baracchini con generi di ristoro; caffè, bevande, succhi di frutta, aperitivi e quantaltro tutto gratis perchè compreso nel prezzo.
Il Resort è controllato da un nuvolo di inservienti Masai sempre gentilissimi, che parlano perfettamente la lingua italiana e risolvono qualsiasi problema. Ogni giorno ti portano gli accappatoi da mare che una volta usati li restituisci buttandoli in un contenitore.
Finalmente un vero relax!!!
Vieri e la Tata sono finalmente in macchina e con l'aiuto del satellitare cercano di uscire dall'aeroporto. Ma con la macchina nuova(si guida a destra o a sinistra?) le segnalazioni stradali simili, ma non uguali alle nostre,il satellitare che parla forse inglese, la complessità dei raccordi, i sovrappassi, le gallerie, il traffico la cosa non è facile. Se sbagli, ed è normale, ti capita di percorrere 20 km e ritrovarti al punto di partenza.
Vieri a questo punto è stanco, nervoso, si incazza, grida, si ferma, scende dalla macchina e fa guidare la Tata. Nel frattempo sono passate quattro ore dall'atterraggio e si rende necessario contattare il padrone di casa per un incontro. Si prova col telefonino ma ci sono difficoltà; non c'è contatto o non risponde. Dopo altre due ore arrivano a destinazione e per miracolo c'è il padrone di casa che però parla solo inglese. Se ne va un'altra ora per le spiegazioni sul funzionamento della casa; luci interruttori, aria condizionata, televisione ma solo con programmi in lingua inglese, frigorifero che è comunque vuoto. Solo una bottiglia di acqua ma ancora calda.
Sistemate le cose si presenta subito la necessità di un approvvigionamento di prodotti alimentari. Dove è il supermercato piu vicino? Il satellitare non lo dice! Occorre mettersi in macchina e girare di qua e di là a destra e sinistra eliminando quelli troppo piccoli. Finalmente se ne trova uno. C'è praticamente tutto ma diverso che da noi. Il burro non si trova in compenso c'è la margarina, mancano le fettine di carne; tutta la carne è in blocchi tipo famiglia. Però ci sono una quantità di prodotti italiani come pasta, riso, olio, sughi pronti, salse, caffè anche formaggi(parmigiano reggiano) ovviamente carissimi. Anche il pane è in blocchi(tradizione anglosassone). Panini e croissant te li puoi dimenticare. Ora si torna a casa a far da  mangiare. Si mangia stile italiano ma con sapori diversi. Domani sarà meglio. Neanche un caffè:manca la moka ma in compenso c'è uno strumento per fare il caffè americano che alla Tata piace molto.
Quelli del Resort invece sono al ristorant dove c'è una scelta infinita: carni, verdure, pesce, pastasciutte italiane anche buone, frutta di ogni tipo e soprattutto dolci a gogo. La sera fuori dal restorant ci sono i barbecouts con carni e pesci grigliati: scelta che io consiglio. Tipo e quantità a piacere senza limiti. E al Resort c'è anche l'espresso compreso sempre nel prezzo.
Il giorno dopo per Tata e Vieri c'è il problema della scelta della spiaggia. Di spiagge ce ne sono una quantità ma quelle più belle sono occupate dai Resorts. Ore e chilometri per trovarne una libera e di gradimento. Comunque da raggiungere a piedi perchè la macchina la devi lasciare a 500 mt. Ovviamente la spiaggia è un po' naif con sassi e alghe. Di fianco c'è quella del Resort candida e meravigliosa.
Poi sotto un improbabile ombrellone e seduti stile San Vincenzo (per terra con la schiena appoggiata al bastone dell'ombrellone) comincia la famosa vacanza di relax. Ma non sei molto tranquillo; non ci sono i Masai a garantire la tua sicurezza. Il bagno si fa da soli l'altro deve curare la roba. E gli accappatoi, le bevande, il caffè, i generi di conforto?
No problem! La Tata ha tutto dentro la sua borsa frigo. Manca solo la doccia.
Poi si torna a casa a far da mangiare per la sera dopo aver fatto un'altra spesa questa volta più accurata data l'esperienza.
Cosi tutta la settimana. Andare in giro non se ne parla! Troppo complicato; mancanza di possibilità di comunicare e mancanza di conoscenza delle cose da vedere.
Nel frattempo i signori del viaggio organizzato nel pomeriggio hanno la possibilità di scegliere un tour organizzato, con guida che parla italiano, verso le mete più interessanti che non si possono non vedere. Qui nessun problema coi soldi: tutti accettano gli Euro.
Trascorsi i sei giorni Vieri e la Tata ripartono in macchina 12 ore prima della partenza per essere coperti a fronte di qualsiasi incoveniente che potesse capitare, Restituzione della macchina(due ore) passaggio nei meandri dell'aeroporto(tre ore) imbarco e ritorno(dieci ore).

La speranza è che arrivino anche i bagagli.
Commento dei protagonisti:una vacanza atomica!!!



Scritto da Roberto  -Milano 20 gennaio 2016

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog